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Storie di libri

Uomini e animali nel Medioevo

Martedì, 10 Settembre 2019

È un viaggio per immagini tanto bizzarro quanto affascinante, quello proposto da Chiara Frugoni in “Uomini e animali nel Medioevo. Storie fantastiche e feroci”.
L’autrice, docente emerito di Storia medievale, prende spunto da mosaici, dipinti, affreschi, mappe e miniature per farci scoprire come gli uomini del Medioevo vedessero il Creato, in base alle loro conoscenze e alle loro credenze, che poggiavano su basi approssimative e, spesso, anche su esigenze di indottrinamento religioso.
Gli animali a volte sono i protagonisti, a volte delle comparse minuscole ma fortemente evocative; a volte sono riprodotti in maniera realistica, a volte sono al centro di scene inverosimili, caricati di significati allegorici.
Grande attenzione è dedicata al libro della Genesi, e in particolare all’atto con cui Adamo impone il nome agli animali, sempre facendo notare differenze e analogie tra opere di luoghi ed epoche diverse, che rispecchiavano una diversa sensibilità. Il pezzo forte, però, è la “Mappa Mundi” di Ebstorf, che raffigura le creature più rappresentative in ogni zona della Terra: oltre a belve come leoni, cammelli, elefanti, draghi, grifoni, serpenti marini e molto altro, ci sono anche popolazioni di uomini “mostruosi”, quasi tutte confinate al di fuori dell’Europa, come i cinocefali e gli sciapodi, che si riparano dal sole facendosi ombra con il loro unico piede.
Dai cervi che mangiano i serpenti per guarire dalle malattie, ai leoni che dormono con gli occhi aperti e cancellano le tracce con la coda per confondere i cacciatori, scoprire quali fossero le abitudini e i significati che gli uomini medievali attribuivano agli animali è tanto curioso quanto sorprendente. Interessante anche la riflessione sul significato delle raffigurazioni, che nella maggior parte dei casi avevano una funzione didattica, spaventosa ma al tempo stesso rassicurante, perché spesso le scene si riferivano a luoghi esotici, e perché si concludevano quasi sempre col predominio dell’uomo sulle forze avverse.
L’autrice fa notare come queste opere non lascino trasparire una grande empatia nei confronti degli animali, e si chiede se oggi la situazione sia davvero cambiata. Leggendo il libro, sorge spontanea una domanda simile sugli stereotipi e le mistificazioni nei confronti del diverso e dello sconosciuto: nel Medioevo erano palesi, e oggi?  

Alessandro Macciò

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    Uomini e animali nel Medioevo

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