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L'ambiente che vogliamo

Greta Thunberg? In Italia c'è Eric

Venerdì, 12 Luglio 2019

Il più giovane alfiere dell’ambientalismo italiano porta vistosi occhiali da vista e l’apparecchio ai denti, ha la erre moscia ed una parlantina travolgente. In più, a soli 15 anni, vanta un curriculum da far invidia a molti di coloro che hanno il doppio, se non il triplo, della sua età. Rispetto a Greta Thunberg è meno battagliero, ma solo perché ha scelto un’altra strada: non quella delle mobilitazioni collettive, ma della divulgazione scientifica.
Eric Barbizzi è nato nel 2014 a Recanati, come Giacomo Leopardi. E con il poeta condivide, oltre che i natali, almeno una parte della genialità: basti pensare che, a soli 8 anni, già raccoglieva applausi dagli accademici dei Lincei, davanti ai quali era intervenuto come caporedattore della regione Marche – nientepopodimeno – della rivista online Giornalisti nell’erba. Qualche anno dopo, Striscia la Notizia l’ha voluto tra i suoi inviati, e dagli schermi di Canale 5 continua la sua missione di sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali.
Recentemente Eric ha fatto tappa anche a Padova, in occasione del TedX: altro evento, altro primato. Perché Eric è anche il primo minorenne ad aver mai calcato il palco della manifestazione.
Di cosa ha parlato? Naturalmente di tematiche ambientali, e in particolare di come le soluzioni migliori non vadano inventate: basta sapere da chi copiare.
“Come progettare un treno che sfreccia a 500km orari senza che produca un rumore assordante?
Basta imitare il Martin Pescatore”, spiega Eric. “Voglio fare a meno dell’aria condizionata in Zimbabwe tenendo temperatura costante? Copiamo le termiti: i loro termitai mantengono una temperatura interna di 31 gradi, necessaria per mantenere vivo il fungo di cui si nutre la colonia.
L’escursione termica lo ucciderebbe. Sono solo due esempi fantastici di quanto la natura sia efficace”.
Anche in fatto di smaltimento rifiuti, la natura suggerisce ancora voltala soluzione migliore. “In natura - spiega Eric -, semplicemente non esistono rifiuti. Come testimonia lo scarabeo stercoraro, tetimonial del motto latino “de gustibus”. L’homo sapiens è l’unico animale a produrre rifiuti non
riciclabili. Questo perché il nostro paradigma è poco intelligente: prendiamo risorse, usiamo, gettiamo. Ma esiste paradigma diverso, che imiti la natura? Certo, ed è stato definito ‘cradle to cradle’, dalla culla alla culla. Non basta limitare l’aggressione agli ecosistemi. Abbiamo bisogno di una soluzione ecoefficace. Occorre cambiare metodo produttivo imitando la natura, inserendo la produzione in cicli continui, circolari, per riciclare il 100% di ciò che viene prodotto. In altre parole, dobbiamo imitare i sistemi naturali, producendo senza alcuno scarto oggetti riciclabili e disassemblabili”.
Fattibile? Assolutamente sì, tanto che qualcuno ci ha già pensato. Anzi, qualcuno ci è già riuscito.
Esiste un marchio registrato, “C2C”, che certifica i prodotti creati con materiali completamente riciclabili, usando energie rinnovabili e trattando i lavoratori in modo equo. E sotto questo marchio si trova di tutto: abbigliamento, giochi per bambini, articoli per la casa o per l’ufficio.
“Ai parenti più commerciali non hanno niente da invidiare da invidiare - assicura Eric -, e a volte costano anche meno. Dobbiamo capire - conclude il ragazzo -, che moltissimo è nelle mani di noi consumatori, siamo noi che dobbiamo decidere se premiare chi produce alla vecchia maniera o chi si sta impegnando per cambiare. Siamo noi, consumatori, ad avere in mano il destino del mondo”.

Silvia Quaranta

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