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Storie di libri

Amami. Non un comando, ma una richiesta 

Giovedì, 04 Luglio 2019

Parla d’amore, eppure non è un romanzo.
Parla di omicidi, eppure non è un giallo. 
Parla di uomini e donne che urlano, eppure non è un horror.
Se dovessi definire con un solo termine il libro “Amami”, di Tiziano Scarpa, non potrei farlo, perché è un libro senza capo né coda. 
Un libro che istintivamente non prenderesti dallo scaffale di una libreria, ma che una volta scorta la prima pagina non puoi più abbandonare. 
“Amami” è un libro, ma anche una richiesta, un comando al quale è impossibile obbedire, perché non si può obbligare nessuno ad amare. 
È proprio per dirci questo, che Massimo Giacon ha disegnato sessanta ritratti di singoli e coppie alle prese con il loro bisogno d’amore. E con lui Tiziano Scarpa, che ha raccontato la loro storia, li ha descritti, ha dato loro una voce. 
Se sfogliamo le pagine di questo libro incontriamo Erminio Baroni o Nereo Semi, Emanuele Cosimi o Gianna Toschi, Omar Zevi o Fausta Ghiozzi, e ancora Roberta, Tamara, Giampiero, Francesca, Michele. 
Tutti con un’unica, inesauribile richiesta: AMAMI! Un libro realistico che tocca le corde più profonde del desiderio ineluttabile che l’uomo ha d’amore. Talvolta egoistico, talvolta non corrisposto, talvolta straziante, doloroso, lacerante. 
Un libro che esplora in pieno l’amore, dalle relazioni più macabre alle più tradizionali, dall’intimità di coppia all’intimità tradita, violata, squarciata. 
Quasi in forma poetica, Tiziano Scarpa racconta la vita di questi personaggi in poco spazio, ogni racconto occupa poco più di una facciata, perché la loro storia, come il titolo stesso del libro, non vuole dilungarsi troppo. Piuttosto, vuole essere d’impatto, immediata ma pregnante. Si tratta di storie che leggi in mezzo minuto, ma ti ronzano in testa per il resto della giornata. 
Un richiamo alternativo alla letteratura pulp, allo stile che sfiora il limite, alle storie estreme e dai contenuti forti.
Un libro che merita di essere letto per la possibilità che ci offre di metterci di fronte a noi stessi, alle nostre richieste d’affetto, alle nostre grida esigenti, ai nostri scompensi amorosi, alle nostre delusioni, ai nostri drammi, a noi. 
A tutto ciò che inevitabilmente chiediamo: “Amami”.

Anna Sacchetto

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    Amami. Non un comando, ma una richiesta 

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