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La giusta formazione

Oltre i confini culturali con il CISV

Sabato, 03 Agosto 2019

Trenta ragazzi da diciannove paesi diversi, riuniti a Padova per parlare di “gender equality”.
L’occasione è un appuntamento Cisv (Children's International Summer Villages), associazione internazionale che, ogni anno, organizza meeting internazionali per giovani e bambini: fondato nel 1951 dalla psicologa americana Doris Allen, il Cisv è un'organizzazione laica, apolitica ed
affiliata all’Unesco, che promuove l'educazione alla pace e l'amicizia interculturale
I campi sono aperti a ragazzi di tutte le età (dagli 11 anni in su), e in particolare quello che si conclude in provincia di Padova è uno “Youth Meeting”, dedicato ad un tema specifico ed aperto a giovani dai 16 ai 18 anni.
L’argomento del dibattito è impegnativo: «La gender equality» spiega Vittorio Poli, membro del consiglio direttivo Cisv di Padova «è uno degli argomenti di scontro sociale più importanti dei nostri tempi. Se fino ad oggi abbiamo ragionato solo in termini di binomio maschio-femmina, alla luce delle nuove teorie sociologiche, prima fra le quali la gender fluid theory, è fondamentale iniziare una nuova conversazione su tutti i generi».
I ragazzi del Cisv hanno passato due settimane al convento di Sant’Antonio di Camposampiero, discutendo con i coetanei ed organizzando da sé le proprie giornate. In questi giorni faranno ritorno ognuno a casa propria, tutti carichi di un nuovo bagaglio di conoscenza ed esperienza. «Affrontare un tema così caldo» spiega Filippo Greenslade, uno dei membri dello staff «aiuta a vedere le diversità culturali e di visione, perché si articola diversamente in società diverse. Ovviamente i ragazzi hanno parlato ognuno della propria realtà, dalla Gran Bretagna alla Lituania».
Naturalmente, non hanno passato due intere settimane a dibattere di gender equality: i campi Cisv sono occasioni di incontro, scambio e divertimento. «La sera ci si trova a chiacchierare e cantare»
racconta Luca Scagnellato, camp director 21enne «e, soprattutto per chi era alla prima esperienza, è stata una grande occasione di crescita. Ci si mette alla prova con l’autonomia e con la lontananza da casa, ma ci sono anche molte attività ludiche, con giochi e canti».
E in più si parla in inglese che, per forza di cose, è la lingua che attraversa l’arcobaleno culturale.

Silvia Quaranta

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