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La giusta formazione

Vivere l’Erasmus all’Univerzita Karlova di Praga

Sabato, 14 Settembre 2019

Dopo aver parlato della vita di Giulia durante i mesi trascorsi in Spagna, in questo articolo racconteremo l’esperienza di Anna, laureanda in Progettazione e gestione del turismo culturale all’Università di Padova, che ha vissuto per sei mesi a Praga. Dagli autoctoni non del tutto cordiali fino, ad una lingua incomprensibile, le abbiamo chiesto di parlarci di ciò che ha trovato interessante della vita da studentessa in Erasmus, ponendo enfasi sulle differenze tra il sistema italiano e quello ceco. 

Cosa ti ha colpito della Karlova?
“Innanzitutto, un diverso approccio all’insegnamento, basato su un piano di studi quasi interamente libero, dove lo studente può inserirsi discipline in funzione dei propri interessi. Pur essendo una grande università, i corsi sono composti da pochi alunni, massimo una trentina, con docenti molto giovani, in grado di utilizzare al meglio anche le nuove tecnologie. Le valutazioni non sono fatte solamente in relazione allo studio, ma è dato un peso importante alla partecipazione in aula, ai lavori di gruppo e ai molti seminari proposti. Inoltre, sono rimasta molto colpita dai rapporti tra studenti e docenti: c’è molta meno distanza, e i professori non sono avvolti in quell’aura sacrale come spesso succede in Italia. Non c’è da stupirsi, quindi, se un professore ti saluta in modo amichevole mentre sei seduto a berti una birra con i compagni. Anche le strutture sono all’avanguardia, in particolare la sede di Staroměstská”. 

Cosa ne pensi della cultura ceca?
“Per quel che ho potuto vivere personalmente, gli abitanti di Praga sono “da prendere” con i giusti modi perché, tendenzialmente, non sono aperti verso gli stranieri. Oltre a questo, all’università mi sono resa conto che c’è un forte legame con le tradizioni. Di frequente, infatti, vengono organizzati dei cineforum con documentari sulla cultura locale, e sugli usi e costumi cechi. Piccola postilla: ho fatto veramente fatica ad abituarmi alla gastronomia praghese”. 

Qual è stata l’esperienza più particolare dell’Erasmus?
“Senza dubbio la visita all’area protetta, denominata Bohemian Paradise, per il corso di geografia culturale. Un parco mozzafiato, ad un’ora e mezza da Praga, che offre la possibilità di vedere la natura nella sua forma più pura. Inoltre, lì il telefono non prende quindi è stata un’occasione per “disintossicarmi” e godermi i colori del paesaggio”.

Federico Smania

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