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Fuga nell'arte

Baciare: la performance tratta da Andy Warhol

Mercoledì, 04 Settembre 2019

Dare un bacio, imprimere un bacio; un bacio affettuoso, fraterno, tenero, appassionato, ardente; dare un bacio sulla fronte, sulla bocca; darsi, scambiarsi un bacio, un lungo bacio; gli stampò un bel bacio sulla guancia; dare, scambiarsi il bacio della buonanotte.” Così la Treccani ci descrive uno dei gesti più intimi che esistano: il bacio.
Nella performance di Silvia Calderoni ed Ilenia Caleo, presentata in occasione del Festival di Sant’Arcangelo di Romagna, il bacio diventa un’opera, un workshop, uno spettacolo teatrale delicato e appassionante allo stesso tempo, che ruota attorno a un'azione tanto semplice quanto intima: il bacio.
23 performer, 10 giorni di Festival, un numero interminabile di baci. Kiss nasce come workshop alla Biennale Teatro 2018 a Venezia, dove è stato tenuto un laboratorio di dieci giorni con 20 performer, tutte/i con percorsi diversi alle spalle. In questa occasione il bacio è stato pensato fuori dall’immaginario romantico, che solitamente assimiliamo attraverso il cinema.
Il bacio è un sistema binario, uno scambio intimo, ma per questa occasione si è cercato di trasformarlo in un sistema aperto, in una composizione di affetti e intensità. Kiss è un ibrido tra uno spettacolo e un laboratorio, una sorta di palcoscenico di ricerca aperta.
Uno dei punti di partenza per la creazione di quest’opera è stato il film ‘Kiss’ di Andy Warhol,  pittore, scultore, sceneggiatore, produttore cinematografico, regista, direttore della fotografia, montatore e attore statunitense del movimento della Pop del XX secolo. Il film in questione era un anti-film, un manifesto anti-Hollywood, uno squarcio nella tradizione americana del tempo.
All’epoca, siamo nel 1964, nel cinema i baci dovevano seguire precise regole imposte dalla censura: non dovevano durare più di tre secondi, non potevano essere interrazziali né tra persone dello stesso sesso.
Nel film ‘Kiss’ il bacio si apre alla sperimentazione: ci sono 13 baci da 3 minuti e oltre, primi piani strettissimi, non c’è una storia, non c’è inizio né fine, chi guarda si trova nel pieno dell’intensità dell’azione. Una direzione estetica molto radicale, che rompe con ogni narrazione e psicologia.
Uno spettacolo accattivante e coinvolgente, che pone uno sguardo attento su un’azione, quella del bacio, a volte data per scontata.

Anna Sacchetto

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    Baciare: la performance tratta da Andy Warhol

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