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Fuga nell'arte

Fiori, favole e libarche. L’arte di Claudia Ponzi

Mercoledì, 23 Ottobre 2019

Una volta ha disegnato una linea gialla semplicemente appoggiando dei girasoli sulle auto, lungo una via di Milano. Un’altra volta ha preso dei mobili e complementi d’arredo, e li ha installati nel giardino di una villa padovana, incastonandoli tra le piante. Un modo per ridare vita agli alberi stessi, sacrificati ad un sistema che svaluta la natura. Altre volte si è divertita a raccontare storie con brevi video: una di queste, “Maramao il pianeta”, è diventata una copertina di Artribune
Claudia Ponzi, classe 1988, di professione è visual artist. «Visual art è l’arte che si vede» spiega «non importa realmente che sia pittura o un video, è importante l’idea che porto a realizzazione».  La passione l’ha sempre avuta, e dopo le superiori si è trasferita da Padova, la città dove è nata e cresciuta, a Milano, per frequentare l’accademia Naba. E lì, nella metropoli lombarda, ha deciso di mettere radici come professionista. I suoi lavori spaziano tra performance, video, fiabe e disegni: racconta storie fantastiche, tratta la fragilità dell’esistenza in un mondo iperconnesso, tocca la sfera sessuale con naturalezza ed ironia.  
Uno dei suoi lavori più importanti s’intitola Billy Ammare: si tratta di una libreria Ikea trasformata in barca, che è stata davvero messa in acqua sulla darsena milanese. «L’idea» racconta l’artista «nasce da un mio ricordo di bambina, legato alle vacanze al mare ad Albarella. C’è un braccio di mare che separa Albarella da Rosolina, sono circa 700 metri, ma attraversarlo è pericoloso per via delle forti correnti». Pensando a quella traversata mai tentata, Claudia Ponzi ha trasformato in barca una libreria, per dare un nuovo significato alla sua impresa. Non è stato un lavoro semplice, perché la “Libarca” andava opportunamente resa idrorepellente. 
Alla fine, però, l’opera è riuscita. «Abbiamo fatto un test a Milano» continua l’artista «attraversando la Darsena da una sponda all’altra. Per me è stata la realizzazione di un sogno infantile, ma non solo. La libreria, in qualche modo,è un luogo di cultura, ma anche un oggetto che parla della storia scolastica e dell’educazione di tutti gli italiani. La navigazione, allora, diventa anche metafora di un percorso scolastico che si conclude, valicando limiti che sembravano insormontabili». 
La sua ultima esposizione è stata il mese scorso a Siena, dove ha portato un progetto realizzato in collaborazione con la Siae e il Ministero dei Beni Culturali. 

Silvia Quaranta

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