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Oggi è già futuro

Come la blockchain trasformerà la sanità

Martedì, 24 Settembre 2019

Nata come protocollo per la creazione di monete digitali, la blockchain ha mostrato le sue grandi e svariate opportunità applicative in diversi settori socio-economici, dando il via ad una trasformazione che potrà modificare, migliorare e semplificare la nostra quotidianità. Il discorso riguarda da vicino anche la sanità. Questa tecnologia, infatti, garantisce la distribuzione, la trasparenza, la sicurezza e l’immutabilità del dato, alimentando un paradigma sociale basato sulla fiducia tra le parti. Utilizzando la blockchain, il settore sanitario potrà progredire e migliorare la qualità di vita del paziente. A spiegare come, e perché è William Nonnis, developer per il Ministero della Difesa, e membro dello staff tecnico di Italian Open Lab per lo studio, la progettazione e lo sviluppo su Blockchain, AI, IoT e Applicazioni WEB sempre per il Ministero della Difesa. Perché dovremmo usare la blockchain per i dati sanitari?
Facendo un esempio pratico, se un paziente oggi si muove in ospedale con un faldone cartaceo contenente la sua storia clinica, rischia di perdere referti importanti, e comunque ha un quadro clinico frammentato nel tempo. Con la blockchain, invece, si potrebbero contenere in una chiave tutti i dati sanitari di quel paziente. Per ogni singolo referto, una chiave di accesso differente, così che al paziente resterà la certezza della sua privacy, perchè saprà che cosa, e a chi mostrare della sua storia, avendo comunque sempre a portata di mano la sua anamnesi, i referti, le cure e le terapie in toto e in qualsiasi parte del mondo. Quali sono i vantaggi?
Il primo riguarda il cambio del medico che, a tutt’oggi, viene effettuato nelle sedi ASL e che, utilizzando la blockchain, può essere invece trovato inserendo nel nodo i dati necessari, quali ad esempio l’indirizzo di residenza. Il discorso si può allargare alla ricerca di ogni tipologia di medico specialistico. Inoltre, la blockchain può migliorare la raccolta dei dati demografici e, giù a cascata, una infinita serie di informazioni.
Nel suo percorso di divulgazione, che tipo di risposte ha ricevuto?
Il nostro Paese resta piuttosto scettico di fronte a queste novità. Rispetto ad altre nazioni che hanno risposto con fiducia ed interesse, l’Italia pone molte più resistenze. Eppure, la blockchain rappresenta un’ottima opportunità di progresso veloce e sicuro, che davvero tutti dovrebbero conoscere. Io stesso mi sono appassionato, e spero che questa mia passione traspaia e venga trasmessa nelle aule delle scuole, nelle università o nei palazzi dove porto questa nuova, rivoluzionaria cultura digitale. 
Quali professioni per il futuro può rappresentare la blockchain?
Il raggio d’azione è piuttosto ampio, e per l’occupazione si apre un ventaglio di nuove figure tecniche da collocare facilmente. Toccando, infatti, discipline classiche e storiche come la giurisprudenza e l’economia, il nuovo impulso tecnologico le trasforma in altro, creando materie nuove, a metà con l’informatica. Di qui le figure di professionisti “ibridi”, che sappiano cioè muoversi con la stessa disinvoltura nel mondo del digitale come in quello dei codicilli del diritto classico. Una figura, insomma, assolutamente al passo coi tempi che cambiano, sempre più preparata e multitasking, con un’ottima capacità comunicativa ed empatica.

Alessandro Macciò

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