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Il viaggio alternativo

Cucine dal Mondo: la Cina che non ti aspetti

Lunedì, 24 Giugno 2019

Dimenticatevi di andare in Cina e trovare i vostri preferiti involtini primavera o la versione occidentalizzata del riso alla Cantonese, per non nominare il gelato fritto.
L’esperienza sarebbe la stessa di un turista americano che in Italia domanda come mai nel menù non si trovino gli spaghetti with meatballs (polpette), le fettuccine con crema “Alfredo” o la pizza con ananas.
Mai come ora l’Italia si era trovata così vicina alla Cina, nonostante la distanza di circa 10,000km, attraverso la visita del Presidente Cinese Xi Jinping per la firma del Memorandum di intesa tra i due Paesi sulla cosiddetta “Via della Seta”.
Oltre ad essere al primo e secondo posto nella classifica mondiale per siti storici Unesco, Italia e Cina racchiudono parte della loro tradizione millenaria non solo in un’ottica storico-sociale ma anche culinaria.
Anche se Padovano di origine, ho vissuto in Asia nell’ultimo decennio, lavorando proprio nel mondo della ristorazione come direttore, inizialmente a Singapore, poi spostandomi ad Hong Kong, ed infine a Taiwan.

Seguendo la mia passione per il viaggio e la gastronomia, lo scorso anno decisi di esplorare la realtà della Cina.
Sono sempre stato molto avventuriero ogni volta che si fosse presentata l’opportunità, scoprendo prelibatezze ignote che sempre avrò impresse nella mia mente, a piatti che tutt’ora mi domando come cavolo abbia fatto a riuscire a mandare giu’.

La Cina, nelle sue otto varianti di cucina tradizionale, è sicuramente una delle mie cucine orientali preferite, e alcuni piatti li consiglio a chiunque abbia l’opportunità di visitare il Paese.
Il piccantissimo “ma po” tofu con pepe di Sichuan, i ravioli “wonton” di maiale e gamberi, l’anatra arrosta alla Pechinese, il panino con la carne di maiale “ròu jiā mó”, le melanzane in agrodolce, per finire con i noodle (spaghetti di soia) con carne di manzo che, senza dubbio, sono i miei preferiti.
Ho tentanto recentemente, invano, di assaporare gli stessi sapori in Via Paolo Sarpi a Milano, per non parlare dell’impossibilità di provare le pietanze estreme assaggiate direttamente in Cina.
Se in Italia la tradizione, specialmente del passato, di mangiare frattaglie sembra che vada scemando, lo stesso non si può dire della Cina, dove proprio alcune di queste parti meno pregiati costituiscono i piatti più amati nel Paese.
Per i più coraggiosi c’è veramente  l’imbarazzo della scelta. Tralasciamo il fatto che, spesso e volentieri, molti di questi piatti bizzarri vengano associati a dubbiose potenzialità di aumentare la virilità maschile.
Sarà forse stata la classica scusa dei locali per farmeli assaggiare. 
Partiamo dai testicoli di pollo, consistenza gelatinosa e mangiati senza salsa, non sono certo una delle pietanze che consiglio di assaggiare.  Meduse in agrodolce, povere di sapore, ma la salsa saporita aiuta e le fa sembrare delle verdure lessate. Non male. Zampe di galline bollite, in vari paesi dell’Asia sono considerate una prelibatezza.  Ammetto che il sapore non sia affatto male. Molto discutibile, invece, è la quantità di carne che possano contenere.
Zuppa di nidi di rondine che, per creare i loro nidi, utilizzano la loro saliva gommosa e una volta esposta all’aria, si indurisce rendendo possibile la creazione di varie forme.
I nidi, una volta raccolti e puliti, vengono venduti in vari ristoranti della Cina dove sono considerati una vera e propria prelibatezza.  La saliva di questi uccelli, oltre a far rafforzare il sistema immunitario, sarebbe utile a prevenire la tosse , aumentare il collagene della pelle e in generale a prolungare la vita. Sciolti nell'acqua, danno alla zuppa una consistenza gelatinosa. Poco sapore, ma ricco di proprietà benefiche. 
Zuppa di serpente, assaggiata ad Hong Kong, è una pietanza leggermente dolciastra e la carne ha il sapore simile al pollo. L’idea di mangiarmi un serpente, però, non è stata di mio gradimento.
Embrione di gallina bollito, chiamato in Cina “máodàn”, o nel resto del sud est asiatico “balut”, consiste in un uovo di anatra o di gallina fecondato e bollito nel suo guscio poco prima della schiusa, quando l'embrione al suo interno è quasi completamente formato.
Solo a vederlo in una bancarella della Cina (visto anche nelle Filippine) mi ha tolto l’appetito per un giorno intero. Mai e poi mai lo proverò. 
Oltre a queste pietanze, la Cina sembrerebbe avere molti altri piatti estremi che si nasconderebbero all’ombra di qualche leggenda metropolitana o locali clandestini ma, per il momento, direi di aver spinto il mio limite culinario a sufficienza.
Per i più avventurieri, molti di questi piatti si possono trovare nel night market di Donghuamen a Pechino. Per il resto, consiglio sempre i classici ravioli “wonton” al vapore.

Fabio Fasolo

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