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Perché l’ultimo meraviglioso Joker è una sconfitta per tutti

Venerdì, 25 Ottobre 2019

Ne hanno parlato tutti, dai grandi quotidiani nazionali al piccolo blog amatoriale. Botte da orbi tra coloro che sono usciti dai cinema entusiasti, in preda ad un’estasi artistica senza precedenti, e chi ha messo sul piatto paragoni con altri film, per placare gli animi. Il nuovo Joker, diretto da Todd Phillips ed interpretato da Joaquin Phoenix, ha portato a tutto questo.
Ma guardiamo al tema da un punto di vista diverso e, a nostro avviso, fondamentale. Lungi da noi sentenziare su riflessioni spesso più che fondate, e provenienti da penne illustri. Tuttavia, in questa situazione quasi paradossale per un semplice film, ci siamo dimenticati di una fascia di pubblico che esce sconfitta dalle sale cinematografiche. Anzi, in quelle sale non ci entra proprio.  
Joker lo conosciamo tutti, è un’icona, un simbolo di follia che da sempre coinvolge ed entusiasma gli amanti del fumetto della DC Comics. Joker è la nemesi di Batman, il simbolo del male contro il simbolo del bene (con qualche virgoletta visto che, in realtà, la storia di Bruce Wayne è costellata da mille sfaccettature). Ma riavvolgiamo il nastro, perché si sta perdendo di vista il nocciolo della questione. Il fumetto dell’uomo pipistrello nasce con un target di riferimento chiaro: adolescenti e, soprattutto, bambini. Il costume di carnevale di Batman è stato il sogno nel cassetto di milioni di bambini in giro per il mondo, perché era un eroe semplice, per tutti. Così come lo è stato quello di Joker, perché d’altronde, fin da piccoli, si è un po’ reietti.  
Le ultime apparizioni sul grande schermo, di Batman e di Joker, sono state al centro di molte critiche, positive e negative, ma non si può negare che abbiano avuto un successo planetario. Tuttavia, dall’uscita de Il Cavaliere Oscuro, sequel di Batman Begins, si è vista l’intenzione di cambiare target, tagliando fuori i destinatari originari. L’avrete notato anche voi, il drastico cambiamento dei personaggi: Michael Keaton non è Christian Bale, Jack Nicholson non è Heath Ledger, e men che meno Joaquin Phoenix. Trent’anni sono passati dal film diretto da Tim Burton, e ora sembra di parlare di due eroi diversi, quasi opposti
Il nuovo Joker, pur essendo spettacolare, è un film “per adulti”. Il nuovo Joker fa paura, mette ansia, ti fa uscire dal cinema con una sensazione strana. Ma non stiamo parlando di un horror, il vero shock che provoca Phoenix sta nel cambiamento. Come tantissimi altri appassionati sono entrato al cinema aspettandomi un’evoluzione del personaggio, ma non così drastica, perché in questo modo si è persa la reale bellezza del fumetto. Ipotesi ne sono girate tante, dalla rincorsa forsennata di Phoenix all’Oscar, fino alla volontà di esporre una condizione umana che ai giorni d’oggi risulta essere saliente
Ma, in fin dei conti, nessuno stava cercando tutto ciò. Nessuno voleva assistere a lezioni di vita. Come spiega bene Giuseppe Pastore su Wired, nessuno era entrato al cinema per vedere una sorta di Taxi Drive, trasposta al mondo dei fumetti, che escludesse totalmente i bambini. 

Federico Smania

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