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Oggi è già futuro

TechMass, ci pensa il "polpo" Paul

Martedì, 13 Agosto 2019

Sarà anche poco sexy, ma funziona che è un piacere.
TechMass, startup fondata nel 2017 dall’ingegnere padovano Andrea Massenz, compie due anni ed è già un punto di riferimento per le imprese manifatturiere che vogliono competere sul mercato, con le tecnologie Internet of Things (IoT). Attorno a TechMass, infatti, ruotano una trentina di clienti con dimensioni e provenienze molto differenti, dall’automotive al food, dalla farmaceutica alla cosmesi, soprattutto italiani ma anche tedeschi, francesi e svedesi; i loro occhi sono puntati su Paul, una versione moderna del tradizionale sistema Manufacturing Execution System (Mes), ispirata al polipo “veggente” dei Mondiali 2010. In pratica, il Mes di TechMass consente di ottimizzare i processi produttivi delle aziende, facendo comunicare macchine e operai distribuiti in diverse fasi della lavorazione: Paul tiene sotto controllo la tracciabilità delle materie prime, i parametri di processo, l’avanzamento della produzione, la gestione fermi, il controllo qualità e molto altro ancora, come se muovesse davvero tanti tentacoli in simultanea. Il tutto, all’insegna del Lean, la filosofia giapponese che punta al miglioramento continuo e all’abbattimento degli sprechi. 

Dietro al successo, c’è un piccolo segreto: «Noi facciamo innovazione, ma in relazione al prodotto verticale di un settore specifico e tradizionale - spiega Massenz, 34 anni, ex dipendente della multinazionale americana Procter & Gamble dal 2013 al 2017 - Sono molti i giovani che lavorano sull’IoT, ma pochi quelli che si muovono su questo tipo di prodotti e di settori. Possiamo dire che il nostro è un contesto poco sexy, e per un imprenditore come me questo è un vantaggio, perché vuol dire avere pochi competitor. IoT e cloud sono tecnologie alla portata di tutti, ma molti falliscono perché immettono sul mercato prodotti che non suscitano interesse: il successo arriva solo quando offri la soluzione a un problema, e la gente è disposta a pagare per risolverlo. Quindi, più esperienza hai in ambiti diversi da quello strettamente tecnologico, più chance hai di capire i bisogni e di soddisfarli». 
Oltre a cloud e IoT, la parola chiave è accessibilità: «Tutte le scelte tecnologiche che abbiamo fatto sono finalizzate a rendere accessibili le nostre soluzioni - assicura Massenz - Durante la mia esperienza con Procter & Gamble, ho imparato che la filosofia Lean è indispensabile per crescere e restare competitivi; molte aziende, però, non possono implementare, installare e gestire i sistemi adatti a questo scopo. Ecco perché noi proponiamo un business model a noleggio, che non preveda il pagamento di licenze: questo riduce i costi iniziali, e così chi non ha mai fatto un investimento di questo tipo è più propenso a permettersi il rischio. In pratica, il cliente non paga il prodotto ma il servizio, inteso anche come aggiornamento del sistema e risposte ai problemi».

Alessandro Macciò

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