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Fuga nell'arte

Una canestra di frutta digitale per salvare il patrimonio

Mercoledì, 18 Settembre 2019

L'arte digitale si contrappone all'arte classica e alle abilità manuali dei grandi artisti del passato? Arte digitale e arte classica sono due estremi di una stessa realtà?
Sembra di no, o almeno non sempre. Quelli di Save the Artistic Heritage, organizzazione non profit per la promozione e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico italiano, anzi, ci hanno visto una opportunità di valorizzazione e promozione.
L'associazione ha abbracciato la tecnologia  DAW®Digital ArtWork – per perseguire i propri obiettivi. Il DAW® è un’edizione digitale su monitor riprodotta in serie limitata, numerata e certificata, in scala 1:1 in tutto e per tutto fedele all’originale, realizzata dalla start-up Cinello in accordo con le istituzioni che possiedono ed espongono i capolavori. E' quindi un multiplo digitale di un capolavoro della storia dell’arte prodotto in serie limitata, certificato e protetto da un sistema brevettato di crittografia digitale.
Fino al luglio scorso, per la prima volta all’interno della Collezione Permanente della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, è stato esposto il DAW® del capolavoro di Michelangelo Merisi da Caravaggio la 'Canestra di frutta', in prestito a Palazzo Reale. Quello che hanno potuto ammirare i visitatori è stata un'opera che sembrava in tutto e per tutto il grande dipinto di Caravaggio, uno dei più conosciuti in assoluto del celeberrimo artista, un’opera d’arte iconica tra le più celebri della storia dell’arte di tutti i tempi, entrata nell’immaginario collettivo come perfetta rappresentazione del genere della natura morta.
L'obiettivo è quello di innescare nuove modalità di sostegno e si inserisce in un più ampio quadro di valorizzazione del patrimonio. Infatti i proventi derivanti dalla eventuale vendita o dalla bigliettazione per vedere l'opera, vanno per la metà netta ai musei e agli istituti partner con i quali Save the Artistic Heritage stabilisce un accordo di collaborazione, con il benestare del  MiBACT, Ministero dei beni e delle attività culturali.
Save the Artistic Heritage si impegna a  far circolare ed esporre in formato digitale, con finalità educative e divulgative, quei capolavori “inamovibili” del nostro patrimonio, e questo ha appunto più di un ritorno: non solo quello economico, per la tutela, ma anche quello legato alla possibilità di portare opere altrimenti intrasportabili, in zone e luoghi che altrimenti non potrebbero goderne.  Potenzialmente questo può riguardare anche le aree del mondo più sfortunate, inclusi ad esempio i paesi africani. E questa potrebbe essere una rivoluzione di pensiero e di approccio, con un flusso di immagini e opere verso luoghi che sono abituati a veder partire le persone e a pensare ad altro che non alla bellezza legata all'arte e ai suoi significati. Per dare una possibilità di conoscenza e di accesso alla bellezza artistica a tutti.
L'importanza del progetto, da un punto di vista sociale e di divulgazione, è testimoniato anche dal fatto che come presidente onorario dell'associazione sia stato nominato Mario Cristiani, uno dei tre soci fondatori di Galleria Continua, presenza fissa della Power 100 di Art Review - classifica delle cento persone più influenti del mondo dell’arte stilata ogni anno dalla nota rivista inglese – e da sempre interessato ai risvolti sociali e territoriali dell'arte.

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Marco Trevisan

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    Una canestra di frutta digitale per salvare il patrimonio

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