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Mente e corpo

Aumentiamo il Q.I. studiando più lingue

Domenica, 06 Ottobre 2019

Che lo facciate perché costretti a causa di un trasferimento in un altro Stato, o che sia invece una scelta libera dettata da semplice curiosità e voglia di conoscere, imparare una nuova lingua andrà sicuramente a giovare alla salute del vostro cervello. E non si tratta della semplice e scontata facilità con cui potrete chiedere indicazioni e ordinare la cena in vacanza, sorprendendo i vostri amici: parlare più di una lingua ha implicazioni molto più significative.
In primis, i ricercatori dell’Università Vita – Salute San Raffaele di Milano, hanno dimostrato come essere bilingue, e cimentarsi nello studio dei linguaggi umani, vada a prevenire le malattie celebrali e allontani di cinque anni, negli individui predisposti, la possibilità di essere vittime della malattia di Alzheimer. 
In secondo luogo, quando ascoltiamo una persona parlare in una lingua che non è la nostra, e con la quale non abbiamo molta dimestichezza, o invece guardiamo un film in lingua originale, dobbiamo prestare molta più attenzione del solito, e concentrarci di più, per cercare di comprendere e allo stesso tempo di immagazzinare quanti più termini e significati possibili. Ecco che, con questo esercizio, si migliorano le capacità di attenzione e concentrazione, allenando nel senso letterale del termine il nostro cervello, e aumentandone le prestazioni. Passeremo da un primo momento caratterizzato da un processo di “traduzione”, seppur abbastanza veloce, dalla nostra lingua madre a quella che non lo è, ad una seconda fase nella quale la comprensione prima, e l’espressione attiva poi, saranno immediate e dirette.
Leandro Provinciali, presidente della Società italiana di Neurologia, ha spiegato i benefici del bilinguismo, specificando che quando il nostro cervello contiene due lingue madre, è come se avesse due “riserve”, e non una soltanto, come nel caso degli individui che parlano solo l’italiano, il francese o l’inglese. Chi padroneggia più di una lingua, sviluppa così elasticità mentale, capacità di adattamento e flessibilità. Attenzione, il riferimento è anche ai dialetti: motivo per il quale vanno tutelati e ne va incentivata la diffusione.
Se, in tempi meno recenti, si pensava che parlare due lingue diverse a un bambino non fosse positivo, e determinasse in lui una maggiore confusione, sia nell’espressione scritta che orale, oggi non è più così. A un’apparente difficoltà iniziale, seguirà un’enorme crescita e velocità celebrale futura.
E per imparare una nuova lingua, non serve essere per forza giovani: è possibile farlo anche ad ottant’anni. Anzi, gli studi dimostrano che in età adulta abbiamo già immagazzinato moltissime parole, e il loro corrispondente significato, motivo per cui ci sarà più agevole trovarne la corrispondenza straniera, a differenza di chi ne conosce ancora poche. L’unica cosa che da grandi difficilmente riusciremo a controllare, e non far emergere? Il nostro accento, oramai intrinseco al nostro modo di esprimerci. E l’accento ci identifica, distingue, e rende unici in un ambiente multiculturale.

Anna Zilio

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