“L’ego è il nemico” non è soltanto un libro di Ryan Holiday, ma anche un buon punto di partenza per una bella riflessione e indagine su noi stessi. Possiamo dire, innanzitutto, che da un certo punto di vista la parola “ego” non ha alcuna connotazione spirituale, ma è riferita unicamente a quel senso di superiorità e sicurezza, al limite dell’arroganza, che spesso ci offusca e ci impedisce di raggiungere gli obiettivi che vorremmo.
Partiamo da un primo punto: quante volte ci nascondiamo dietro a noi stessi per non riconoscere e affrontare i nostri errori? Quante volte giustifichiamo i successi degli altri pensando: “Hanno avuto solo fortuna”, o “io l’avrei fatto meglio”? Questo non significa che siamo delle cattive persone, prive di sentimenti ed empatia, ma siamo semplicemente umani.
Sul nostro “ego” dobbiamo però sempre, e da sempre, lavorare. In alcuni momenti va coltivato, abbellito, incoraggiato, in altri, invece, vi è una grande necessità di rimetterlo al suo posto, di limitarlo, e ricordargli che vale esattamente quanto gli altri.
Ragioniamo sulle fasi della nostra vita, e pensiamo a quanto siano fondamentali, per la crescita della nostra personalità e della fiducia in noi stessi, la scuola e la famiglia. Il trucco per non esagerare, e non essere offuscati dalla nostra stessa personalità, è rimanere “studenti” per sempre, cioè avere sempre il coraggio di ascoltare, chiedere un consiglio e imparare cose nuove. Non importa se siamo adolescenti o anziani.
Un esempio lampante è quello che riguarda il “chiedere indicazioni”, necessità oggi sempre più limitata, ed evento sempre più rado, dati il satellitare e l’uso del navigatore negli smartphone. Ma quante volte vi è capitato di viaggiare in macchina, o visitare una città con chi non ha nessuna intenzione di fermarsi e chiedere aiuto, e preferisce invece perdersi? Secondo gli studi, è tendenzialmente una “dote” che appartiene più agli uomini che alle donne, ma non significa che essi abbiano in tutti i casi un ego ed un orgoglio maggiore.
L’unico modo per essere sereni e raggiungere i nostri obiettivi, alla fine, è quello di venire a patti con il fatto che non siamo, tutto sommato, così speciali. Abbiamo qualità e difetti come gli altri, e se vogliamo accentuare le prime, è probabile che sia meglio iniziare dall’accettare i secondi e, soprattutto, riconoscere le qualità degli altri.
Anna Zilio